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Quando soleva ogni lontano accento
Del labbro tuo, ch a me giungesse, il volto
Scolorarmi? Altro tempo. I giorni tuoi
Furo, mio dolce amor. Passasti. Ad altri
Il passar per la terra oggi è sortito, 150
E l abitar questi odorati colli.
Ma rapida passasti; e come un sogno
Fu la tua vita. Iva danzando; in fronte
La gioia ti splendea, splendea negli occhi
Quel confidente immaginar, quel lume 155
Di gioventù, quando spegneali il fato,
E giacevi. Ahi Nerina! In cor mi regna
L antico amor. Se a feste anco talvolta,
Se a radunanze io movo, infra me stesso
Dico: o Nerina, a radunanze, a feste 160
Tu non ti acconci più, tu più non movi.
Se torna maggio, e ramoscelli e suoni
Van gli amanti recando alle fanciulle,
Dico: Nerina mia, per te non torna
Primavera giammai, non torna amore. 165
Ogni giorno sereno, ogni fiorita
Piaggia ch io miro, ogni goder ch io sento,
Dico: Nerina or più non gode; i campi,
L aria non mira. Ahi tu passasti, eterno
Sospiro mio: passasti: e fia compagna 170
D ogni mio vago immaginar, di tutti
I miei teneri sensi, i tristi e cari
Moti del cor, la rimembranza acerba.
Letteratura italiana Einaudi 75
Giacomo Leopardi - Canti
XXIII
CANTO NOTTURNO
DI UN PASTORE ERRANTE DELL ASIA
Che fai tu, luna, in ciel? dimmi, che fai,
Silenziosa luna?
Sorgi la sera, e vai,
Contemplando i deserti; indi ti posi.
Ancor non sei tu paga 5
Di riandare i sempiterni calli?
Ancor non prendi a schivo, ancor sei vaga
Di mirar queste valli?
Somiglia alla tua vita
La vita del pastore. 10
Sorge in sul primo albore;
Move la greggia oltre pel campo, e vede
Greggi, fontane ed erbe;
Poi stanco si riposa in su la sera:
Altro mai non ispera. 15
Dimmi, o luna: a che vale
Al pastor la sua vita,
La vostra vita a voi? dimmi: ove tende
Questo vagar mio breve,
Il tuo corso immortale? 20
Vecchierel bianco, infermo,
Mezzo vestito e scalzo,
Con gravissimo fascio in su le spalle,
Per montagna e per valle,
Per sassi acuti, ed alta rena, e fratte, 25
Al vento, alla tempesta, e quando avvampa
L ora, e quando poi gela,
Corre via, corre, anela,
Varca torrenti e stagni,
Cade, risorge, e più e più s affretta, 30
Senza posa o ristoro,
Letteratura italiana Einaudi 76
Giacomo Leopardi - Canti
Lacero, sanguinoso; infin ch arriva
Colà dove la via
E dove il tanto affaticar fu volto:
Abisso orrido, immenso, 35
Ov ei precipitando, il tutto obblia.
Vergine luna, tale
È la vita mortale.
Nasce l uomo a fatica,
Ed è rischio di morte il nascimento. 40
Prova pena e tormento
Per prima cosa; e in sul principio stesso
La madre e il genitore
Il prende a consolar dell esser nato.
Poi che crescendo viene, 45
L uno e l altro il sostiene, e via pur sempre
Con atti e con parole
Studiasi fargli core,
E consolarlo dell umano stato:
Altro ufficio più grato 50
Non si fa da parenti alla lor prole.
Ma perché dare al sole,
Perché reggere in vita
Chi poi di quella consolar convenga?
Se la vita è sventura 55
Perché da noi si dura?
Intatta luna, tale
E` lo stato mortale.
Ma tu mortal non sei,
E forse del mio dir poco ti cale. 60
Pur tu, solinga, eterna peregrina,
Che sì pensosa sei, tu forse intendi,
Questo viver terreno,
Il patir nostro, il sospirar, che sia;
Che sia questo morir, questo supremo 65
Scolorar del sembiante,
E perir dalla terra, e venir meno
Letteratura italiana Einaudi 77
Giacomo Leopardi - Canti
Ad ogni usata, amante compagnia.
E tu certo comprendi
Il perché delle cose, e vedi il frutto 70
Del mattin, della sera,
Del tacito, infinito andar del tempo.
Tu sai, tu certo, a qual suo dolce amore
Rida la primavera,
A chi giovi l ardore, e che procacci 75
Il verno co suoi ghiacci.
Mille cose sai tu, mille discopri,
Che son celate al semplice pastore.
Spesso quand io ti miro
Star così muta in sul deserto piano, 80
Che, in suo giro lontano, al ciel confina;
Ovver con la mia greggia
Seguirmi viaggiando a mano a mano;
E quando miro in cielo arder le stelle;
Dico fra me pensando: 85
A che tante facelle?
Che fa l aria infinita, e quel profondo
Infinito seren? che vuol dir questa
Solitudine immensa? ed io che sono?
Così meco ragiono: e della stanza 90
Smisurata e superba,
E dell innumerabile famiglia;
Poi di tanto adoprar, di tanti moti
D ogni celeste, ogni terrena cosa,
Girando senza posa, 95
Per tornar sempre là donde son mosse;
Uso alcuno, alcun frutto
Indovinar non so. Ma tu per certo,
Giovinetta immortal, conosci il tutto.
Questo io conosco e sento, 100
Che degli eterni giri,
Che dell esser mio frale,
Qualche bene o contento
Letteratura italiana Einaudi 78
Giacomo Leopardi - Canti
Avrà fors altri; a me la vita è male.
O greggia mia che posi, oh te beata, 105
Che la miseria tua, credo, non sai!
Quanta invidia ti porto!
Non sol perché d affanno
Quasi libera vai;
Ch ogni stento, ogni danno, 110
Ogni estremo timor subito scordi;
Ma più perché giammai tedio non provi.
Quando tu siedi all ombra, sovra l erbe,
Tu se queta e contenta;
E gran parte dell anno 115
Senza noia consumi in quello stato.
Ed io pur seggo sovra l erbe, all ombra,
E un fastidio m ingombra
La mente, ed uno spron quasi mi punge
Sì che, sedendo, più che mai son lunge 120
Da trovar pace o loco.
E pur nulla non bramo,
E non ho fino a qui cagion di pianto.
Quel che tu goda o quanto,
Non so già dir; ma fortunata sei. 125
Ed io godo ancor poco,
O greggia mia, né di ciò sol mi lagno.
Se tu parlar sapessi, io chiederei:
Dimmi: perché giacendo
A bell agio, ozioso, 130
S appaga ogni animale;
Me, s io giaccio in riposo, il tedio assale?
Forse s avess io l ale
Da volar su le nubi,
E noverar le stelle ad una ad una, 135
O come il tuono errar di giogo in giogo,
Più felice sarei, dolce mia greggia,
Più felice sarei, candida luna.
O forse erra dal vero,
Letteratura italiana Einaudi 79
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    Do wzniosłych (rzeczy) poprzez (rzeczy) trudne (ciasne). (Ad augusta per angusta). (Ad augusta per angusta)

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